Tirocinio OSS: intervista a Valeria Rossi, coordinatrice Centro riabilitativo Mons. Bonilli
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Punto Formazione si rivolge, ormai da anni, a strutture ed enti del territorio per effettuare il tirocinio ai propri studenti. E il Centro Socio Riabilitativo Residenziale Opera Mons. Bonilli, Voc. Lacrime Trevi, è appunto uno di questi. Ma per capire l’importante funzione che ricoprono queste strutture, abbiamo intervistato la coordinatrice, Valeria Rossi.
Punto Formazione, conosciamo il centro Opera Mons. Bonilli
Il Centro Monsignor Bonilli è sorto accanto al Santuario della Madonna delle Lacrime di Trevi nel 1935 per desiderio del Beato Pietro Bonilli, Fondatore dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia e accoglie persone con deficit psico-fisico e intellettivo. La struttura nel 2010 è stata autorizzata come Centro Socio-Riabilitativo ed Educativo e nel 2013 è stata Accreditata Istituzionalmente dalla Regione Umbria. Attualmente è predisposta per 32 posti di accoglienza residenziale e 6 posti di accoglienza diurna. L’obiettivo principale del progetto terapeutico riabilitativo è aumentare la consapevolezza di sentire, di pensare e di essere, cercando di essere, dare e costruire famiglia.
Punto Formazione, Valeria Rossi: “Non solo assistenza”
La coordinatrice del centro socio riabilitativo Opera Mons. Bonilli di Trevi è Valeria Rossi, mentre la responsabile è Suor Angela Del Vecchio dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia.
L’obiettivo – spiega Valeria Rossi – non è solo quello della semplice assistenza, ma la rieducazione e la riabilitazione, cercando di potenziare o mantenere anche piccole capacità residue. Lavorare e prendersi cura di persone adulte con difficoltà fisiche, psichiche e intellettive importanti richiede un approccio molto ponderato: nulla viene lasciato al caso.
Punto Formazione, il tirocinio alla struttura “Opera Mons. Bonilli” degli OSS
Punto Formazione assegna gli studenti, che sono impegnati nel corso di Operatore Socio Sanitario, nel Centro trevano per svolgere il tirocinio:
Da noi viene effettuato il tirocinio socio-sanitario e quello sociale. Lo studente è affiancato dai nostri OSS. Mentre il ruolo del tutor viene ricoperto da un infermiere, visto che fra i compiti dell’Operatore Socio Sanitario c’è anche quello di aiutare gli infermieri nei loro compiti specifici. Il tirocinante si occuperà della cura e igiene della persona ma anche dell’animazione.
Facciamo in modo che i tirocinanti possano affiancare diversi nostri OSS in modo da apprendere le sfaccettature delle varie operazioni effettuate da diversi professionisti, ma anche gli educatori in alcune attività particolari per comprendere meglio la relazione di aiuto alla base del lavoro con persone disabili. Alla fine di ogni tirocinio, il tutor raccoglie tutte le osservazioni, e quindi, elabora una valutazione che poi trasferisce a Punto Formazione.
Punto Formazione, la coordinatrice: “L’importanza delle relazioni”
Come spiega la Rossi, è necessario che vengano stabilite delle relazioni personali con il paziente.
La relazione è alla base di tutto. Si aiuta la persona nella cura e nell’igiene e ad effettuare le varie operazioni quotidiane, ma alla base di tutto c’è l’aspetto relazionale. È indispensabile riuscire a stabilire, con la persona di cui ci si prende cura, una adeguata relazione di aiuto, soprattutto se si ha a che fare con persone che hanno problemi psichiatrici. Il tirocinante non viene mai lasciato solo. Le ore da effettuare da noi sono 250, sia per il sociale che per il socio-sanitario.
Punto Formazione, Valeria Rossi: “L’importanza di lavorare in equipe”
Il tirocinante partecipa anche a incontri con lo psicoterapeuta e e lo psichiatra, proprio per avere una formazione completa e continua. Importante è anche imparare a lavorare in equipe e capire quale sia il tipo di approccio utilizzato dai vari “affiancatori”.
Lavorare in equipe è fondamentale per raggiungere determinati obiettivi, soprattutto se ci sono da gestire situazioni complesse, dove si possono anche avere approcci diversi. Spesso si tratta di affrontare situazioni complicate, dove si debbono prendere delle decisioni importanti che ognuno gestirà in modo autonomo: stessa direzione ma con un approccio, magari, diverso.
Punto Formazione, Valeria Rossi. “Il tirocinio? Esperienza importante per tutti”
È vero che avere un tirocinante nella struttura è, da una parte, un aggravio di lavoro perché il personale della struttura deve spiegare e far capire come si deve lavorare e relazionarsi. Ma si tratta, comunque, di una importante occasione per ripensare il proprio lavoro.
L’esperienza con Punto Formazione anche per noi è importante. Anche se devi spiegare e far capire i vari concetti e le varie operazioni e questo richiede tempo, la presenza del tirocinante è una importante opportunità per ripensare quello che a volte si fa in modo quasi automatico. Ti porta a “ripensare il fare” e a capire se, magari, c’è qualcosa da cambiare.
Punto Formazione, la coordinatrice: “Qualche tirocinante è stato assunto”
È capitato che la struttura abbia avuto bisogno di un OSS e che, quindi, abbia chiamato proprio qualche studente tirocinante.
È capitato che abbiamo dovuto assumere qualcuno nel nostro centro e che abbiamo chiamato uno di quei allievi che ha fatto il tirocinio da noi. Un conto è assumere un dipendente sulla carta controllando le sue competenze da un curriculum, un altro conto è invece, averlo visto sul campo, conoscerlo e sapere le sue attitudini e qualità.